[CAPODANNO 2021] Quella volta che mi sono mangiata il...

 

L'eleganza di fine anno di una vera critica gastronomica!
(Avvertenze: l'immagine è a puro scopo illustrativo, il prodotto reale potrebbe risultare differente dalla confezione. Non somministrare a stomaco vuoto)


Possiamo evitare di iniziare l'anno nuovo con le cacchiate?

Ovvio che no, infatti la situazione della vostra -ignorata- foodblogger, non è cambiata di una virgola.
Gli sbuffi per esempio, sono i medesimi: quelli affamati, ma visto che siamo in vena di cacchiate, perché non parliamo degli sbuffi di eccesso?
Tipo quelli che ho sfiatato durante questo Capodanno 2021 in lockdown, all'insegna della famiglia, del cibo, dell'alcol e della raspadura.
La “raspadura” credo che la conosciate tutti (lo do per scontato eh), ma per chi ignora l'esistenza di questa sfiziosa squisitezza, altro non è che formaggio grana raschiato in sottilissime sfoglie per mezzo di un apposito coltello, una cosina tipica di Lodi. E' lei la protagonista del momento clou del mio Capodanno, ma andiamo con un pochino più di ordine...

Intanto, della cena ammetto che si è totalmente preoccupata mia suocera, io ero ancora in post-stress per lo strafare a Natale, per cui non ho cucinato praticamente nulla (per quanto mi sarebbe piaciuto riproporre la ricetta di un dolce, ma sono stata distolta dall'idea quando mi è stato fatto presente che avevamo ancora parecchio panettone da finire -e i profitteroles :P-).
Eravamo giusto in tre a casa mia, e meglio così forse, perché vista la ressa al supermercato, deduco che in pochi abbiano effettivamente rispettato le regole sulle restrizioni per il covid.

Tra i mille vantaggi di avere il supermercato di fronte a casa, c'è quello di poter monitorare la situazione dalla finestra di casa :>


Allora che cosa potevo fare, se non estrarre e mettere gentilmente a disposizione la mia buona varietà di liquori e alcolici?

Quella volta all'anno, di alzare un pochino (un pochino eh) il gomito, me lo voglio concedere: essere brilli va bene, rende più allegri e disinibiti, ma bisogna pur sempre tenere conto del proprio limite, giusto?
Limite che talvolta si tende bellamente a sopravvalutare.


Intanto, abbiamo fatto una cenetta semplice tenendo il pc portatile con skype sulla tavola insieme a noi, in modo da restare in linea con i miei famigliari lontani e avere l'illusione di essere tutti insieme (il che funziona benissimo!).

bè, l'importante è lo spirito di condivisione...


La cena si è basata su involtini di prosciutto sullo spiedo, ravioli alla zucca e alla ricotta, parmigiana di melanzane scomposta, zucchine arrostite, le tradizionali lenticchie (che non portano MAI soldi come dicono...) e appunto i citati dolci.
Ultimamente mi sento piena in fretta, molto più di quanto ero abituata fino a qualche anno fa, tendo a gonfiarmi come un palloncino.

Per carità, tutto buonissimo e sfizioso, ma dovevo davvero concedermi almeno un amaro.
Solo che prima ovviamente c'è stato il conto alla rovescia, il brindisi con lo spumante, i lontani fuochi d'artificio visti dalla finestra. Ero tipo così:

(tipo, perché questa foto risale al post pranzo di Natale)


Allora tra la mia piccola collezione, ho sfoderato in serie una bottiglia di Punch al mandarino, una bottiglietta di limoncello e un amaro alle erbe, omettendo i liquori al cioccolato perché non ne avevo voglia (e quello abruzzese al cedro e mandorle, ma solo perché ne è rimasto poco e da egoista non voglio assolutamente rischiare che finisca, da quanto è buono).
Ho riflettuto un po' sulle genziana artigianale, ma alla fine ho detto no perché è veramente potente.
Non che abbia una logica nella scelta, vado a ispirazione del momento.




...e se ho una logica, è inutile ed infantile

Cerco di tenere conto della regola di non mischiare mai gli alcolici, e soprattutto di non partire a spada tratta con quelli più tosti, ma di andare un po' per gradi.
Con lo stomaco bello pienotto, di certo non pensavo che qualche assaggio sparso avrebbe potuto farmi male.
Il problema sono le chiacchiere, si parla e parla e alla fine si ciucetta un po' qua, un po' là distrattamente (se se, quante scuse), si fa in fretta ad avere l'illusione di avere bevuto poco, ma nell'insieme...

Si stava già andando oltre i miei limiti (non che siano vasti, i famigliari mi prendono ancora in giro per il coma etilico di un capodanno di oltre 10 anni fa, e li davvero avevo bevuto relativamente poco).


Ed ecco arrivare quella sensazione fortemente brilla, che è andata via via ad appesantirsi, ma voglio sottolineare come anche da ubriaca sia stata perfettamente composta: per quanto abbia ricordi sparsi qua e là, sembra che durante i dialoghi con i famigliari, non abbia dato la benché minima idea di non capire più nulla.

Tant'è che a una certa, mi sono messa a giocare sul divano a DC Universe con la Playstation, e non solo ho completato un'istanza, ma ho addirittura sconfitto ben due boss tosti tanto quanto i superalcolici.
Questo quello che mi è stato raccontato dall'uomo almeno, io non ne ho molta memoria.

E così, persa nel mio ciucettare alcol alternandomi a qualche crostino rustico con sfoglie di raspadura che sono andata a prendermi dalla cucina tra una partita e l'altra (perché il ragionamento era: continuo a mangiare sul bere così non mi fa male... si lo so, da deficiente), sembra che abbia evocato voglie di pizza che fortunatamente non sono state soddisfatte.


Ragionamenti poco lucidi con il mio tesoruccio


L'unico ricordo nitido, è che il pensiero degli involtini di prosciutto arrostiti iniziava a venirmi a male, quello si. Figuratevi quindi se a tutto questo avessi pure aggiunto una pizza.

Ma il vero problema sono stati proprio questi maledetti crostini con la raspadura: foodporn.
Erano troppo golosi per smettere di mangiare, nonostante sbuffassi fumi alcolici di pienezza, e i limiti del mio stomaco fossero in imminente procinto di esplodere.
Vorrei che mi fossero stati sottratti dal mio eroico fidanzato, ma non è successo ahimè (e anche se fosse successo, conoscendomi avrei certamente sbuffato, protestato e protetto la confezione come se ne andasse della mia stessa vita :<).


Ho scritto che ero sul divano, si? Ebbene, questo è importante e vi spiego perché.

Ho un divano bianco che “doveva”essere in ecopelle, ma purtroppo siamo stati bellamente imbrogliati e si è rivelato essere un divano in similpelle.
Conoscete la differenza tra ecopelle e similpelle? No? Bè, googlate.
Fatto sta che, la copertura di un divano in similpelle, è destinata a sbriciolarsi, letteralmente, nel giro di pochissimi anni (inizia a formare delle piccole crepe che man mano diventano voragini e squarci). Questo perché non si tratta di vera pelle come l'ecopelle (che tanti credono sia finta pelle, beh, sbagliato: è semplicemente trattata in modo ecologico rispetto alla normale pelle, ma è sempre di origine animale), bensì di una semplice spalmata di resina su cui viene stampata la trama della pelle: praticamente una pellicola sintetica sottilissima che ricopre la stoffa sottostante.
Ecco perché si rovina facilmente con l'uso e con il calore (vi sarà capitato magari con dei giubbotti o altri indumenti o scarpe in similpelle, anche loro finiscono puntualmente per sbucciarsi come le patate...).
A parte questo spiegone incasinato semi-inutile, anzi, simil-inutile (come sono simpatica)... ecco, tenete conto che questo mio divano è arrivato a una fase irrecuperabile, e la copertura bianca si è ormai ridotta alla rovina, staccandosi in briciole e pezzi che si spargono ovunque manco fosse prezzemolo.



(per farvi vedere lo scempio, a 4 anni dall'acquisto. A saperlo, adottavo un gatto)

Perché tutta questa attenzione sul mio divano? Perché a quanto pare, nel mio fare totalmente scoordinato in pieno stato di ebrezza, sembra che io abbia ribaltato la confezione della raspadura, e che questa si sia sparsa sul divano in mezzo a queste “sfogliatine” bianche di similpelle.
Sono certa che avete già intuito cosa è successo dopo, voi che siete più intelligenti di me.

Confusa e confondendo, mi sono mangiata il mio divano.
Ho mangiato la similpelle con i crostini credendo fosse raspadura.
Uffa.



Vorrei dire cali il sipario, ma nel momento successivo ho -chiaramente- vomitato l'anima.
Sono crollata in un sonno profondo per un paio di orette, per poi alzarmi, vomitare ancora, tornare a dormire un po', svegliarmi e vomitare di nuovo.

(*risparmio i disegnini di me che vomita*)


La giornata del nuovo anno si è così protratta in malesseri di varia natura, almeno fino a che non sono riuscita a smaltire il tutto.



Che altro aggiungere?
Come?
Volete una critica gastronomica circa il gusto della “portata” in finta pelle?
Mah, insomma.. direi insipida, stoppacciosa, senza brio.




Se non fosse che non ho altro materiale fotografico a testimoniare l'avvenimento (a parte aver ritrovato nel telefono un mio selfie, di cui vi risparmio volentieri la visione), gli avrei dedicato volentieri uno spazio nella mia dimenticata rubrica de “i piatti di merda”.
Ecco, e ora cali il sipario!

Vi augurerei un Buon 2021, ma porterei sfiga e ce nè già fin troppa, credetemi.

Uno sbuffo e alla prossima sulle pagine del miglior foodblog! (lo scrivo solo per incitare la ricerca :>)





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